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Il plantare è un presidio medico-sanitario volto a modificare i rapporti articolari del piede per ottenere un riequilibrio morfo-strutturale dell'arto durante la fase di appoggio e propulsione, sia in statica che in dinamica. Il plantare deve essere personalizzato, costruito su misura in base al disturbo di cui si è affetti, in seguito alle indicazioni dello specialista.
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Il nome plantare deriva dalla struttura anatomica dove agisce, cioè la pianta del piede.
Viene utilizzato negli stati algici del piede (metatarsalgia, neuroma di Morton, capsulite, ecc.) ed in determinate complicanze agli arti inferiori di patologie sistemiche quale diabete (piede diabetico), artrite reumatoide (piede reumatico) ed in altre patologie che colpiscono il sistema vascolare, nervoso e linfatico (vasculopatie periferiche, linfedema, malattia di Charcot-Marie-Tooth).
Esistono diversi tipi di plantari, ognuno con caratteristiche e obiettivi differenti: palliativi: plantari che non modificano la biomeccanica (il movimento e la deambulazione), ma diminuiscono pressioni da callosità, scaricano ulcerazioni. Indicato in particolar modo per pazienti diabetici o anziani semifunzionali: hanno un’azione biomeccanica, che si affianca a un effetto accomodativo che non comporta però particolari modifiche nell’appoggio e nel movimento del piede.
Plantari per il piede piatto: piede piatto (in latino pes planus) è un dismorfismo in cui risultano alterati i rapporti anatomici del piede, caratterizzata dalla riduzione dell'arco plantare e dal conseguente aumento della superficie d'appoggio della pianta del piede. Le ortesi plantari sono dei dispositivi medici su misura, utilizzati per migliorare la deambulazione, per correggere atteggiamenti posturali sbagliati a qualsiasi età e deformità nei bambini.
Biomeccanici/funzionali: plantari che migliorano le correzioni biomeccaniche, grazie all’utilizzo di materiali rigidi, indicati in presenza di deformità, per apportare benefici all’angolo della volta plantare oppure della sottoastragalica (articolazione che si trova sotto la caviglia).
Pediatrici: sono plantari che nascono per correggere deformità e migliorare biomeccanica e struttura del piede in età pediatrica (5-10 anni). In genere i plantari correttivi vanno indossati all’incirca fino ai 10 anni di età del piccolo; solo successivamente si valuterà se intervenire se il difetto non è stato corretto completamente.
Metatarsalgia da sovraccarico (dolore sulla pianta del piede), callosità plantari, tallodinie da spina calcaneare, fasciti inserzionali e tendinopatie da sovraccarico, deformità come alluce valgo, alluce limitus/rigido, dita a griffe. In questi casi, il plantare scarica le zone interessate.
Piede piatto pronato e sindrome pronatoria: in queste condizioni è indicato il plantare semifunzionale oppure funzionale, per prevenzione e per evitare che la sintomatologia degeneri fino a stati artrosici importanti che necessitano poi di un intervento di protesi di caviglia.
Piede cavo supinato: il plantare evita che venga eseguita un’eccesiva rotazione del piede in supinazione forzata.
Ginocchio valgo oppure varo e sindromi rotulee: il plantare ha una funzione importante nelle intra ed extrarotazioni, evitando di compromettere la funzionalità delle ginocchia, processi artrosici; dismetrie reali e apparenti. propriocettivi o posturali: lavorano sulle catene muscolari nella parte superficiale del plantare reagiscono su apparati attivi per il miglioramento della postura.
Il nome plantare deriva dalla struttura anatomica dove agisce, cioè la pianta del piede.